Onorevoli Colleghi! - Il dibattito mediatico e politico sulle nuove problematiche emergenti dell'eutanasia e della lotta all'accanimento terapeutico impone di soffermare l'attenzione sulle reali esigenze dei malati affetti da dolore severo conseguente a patologie oncologiche o degenerative e sulle possibili soluzioni atte a garantire a tali pazienti e alle loro famiglie un'assistenza più integrata e differenziata.
      L'universo del malato terminale apre una serie di problematiche e di sfide di portata non indifferente. È evidente, infatti, che la domanda di ciascun paziente tende a differenziarsi in maniera sostanziale a seconda del relativo livello di sofferenza e delle personali esigenze di carattere assistenziale e sociale, sicché la stessa offerta di prestazioni da parte del Servizio sanitario nazionale deve essere in grado di adattarsi a tali variabili istanze di presa in carico.
      In questo senso, si è diffusa la convinzione che l'assistenza nella fase terminale solleciti la costituzione, all'interno del Servizio sanitario nazionale e dei servizi sanitari regionali, di una rete in grado di coprire tutti i bisogni e tutte le esigenze del paziente. Il riferimento è, in particolare, alla diffusione non solo di specifiche strutture di assistenza residenziale, dotate di personale, strumenti e competenze specializzati nella terapia del dolore, ma anche di altri servizi di assistenza domiciliare atti a consentire al malato la piena libertà di scelta in merito ai protocolli di assistenza ritenuti più appropriati.

 

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      A queste esigenze di carattere organizzativo-assistenziale si abbinano poi ulteriori sfide di promozione di una nuova cultura assistenziale e sanitaria nei confronti del paziente, incentrata sulla lotta al dolore in tutte le sue forme e manifestazioni, con primario riferimento al trattamento del dolore in fase acuta e del dolore cronico.
      A dispetto degli interventi già realizzati sia a livello nazionale che regionale nella promozione delle cure palliative e dell'assistenza ai malati affetti da dolore severo, molte di queste sfide rimangono al momento ancora aperte, nel senso che al dibattito non hanno fatto seguito concreti interventi attuativi di stampo legislativo o amministrativo.
      È specificamente a partire da tale convinzione che la proposta di legge in esame intende riunire in un unico testo vari interventi che, a diverso titolo, sono finalizzati a incrementare l'offerta assistenziale ai malati affetti da dolore severo, a favorire sia a livello nazionale che regionale strumenti di presa in carico globale dei pazienti in fase terminale e delle loro famiglie, a promuovere una nuova cultura di lotta al dolore sia tra i professionisti del settore che tra i cittadini.
      A tale fine, nel perseguimento degli obiettivi sanciti dall'articolo 1, si è dedicato ciascun articolo della proposta di legge in esame alla valorizzazione delle diverse forme e tipologie di trattamento del dolore destinate a costituire una vera e propria rete assistenziale a favore dei pazienti.
      L'articolo 2 promuove la prosecuzione del «Programma nazionale per la realizzazione di strutture per le cure palliative», adottato ai sensi del decreto-legge 28 dicembre 1998, n. 450, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1999, n. 39, prevedendo la realizzazione, in ciascuna regione, di ulteriori strutture dedicate all'assistenza palliativa e di supporto, prioritariamente per pazienti affetti da patologia neoplastica terminale o da patologia degenerativa progressiva. Per la prosecuzione dell'iniziativa sono stanziati 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
      L'articolo 3 è finalizzato a garantire la prosecuzione e l'attuazione del progetto «Ospedale senza dolore», previsto dall'accordo di cui al provvedimento della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano 24 maggio 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 149 del 29 giugno 2001, con il quale sono state concordate le linee guida per la realizzazione, a livello regionale, di progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenziale rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine. Obiettivo del progetto è, in particolare, quello di promuovere un radicale mutamento di attitudini e di atteggiamenti non solo tra il personale curante, ma anche negli stessi pazienti, al fine di garantire che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali (come la frequenza cardiaca, la temperatura corporea eccetera) e che sia diffusa la filosofia della lotta alla sofferenza tra tutti i soggetti coinvolti nei processi assistenziali ospedalieri ed extra-ospedalieri. Alle regioni è riconosciuta piena autonomia nell'adozione degli atti necessari all'applicazione delle linee guida, ma è comunque prevista l'adozione di un nuovo accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per la definizione dei tempi e delle modalità di verifica dello stato di attuazione del progetto a livello regionale. Per la realizzazione dell'iniziativa è stanziato un milione di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
      L'articolo 4 persegue il duplice obiettivo della revisione dei livelli essenziali di assistenza relativamente alle prestazioni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria a favore dei malati terminali da erogare sull'intero territorio nazionale e della promozione del riconoscimento a livello regionale di ulteriori livelli di assistenza in materia di cure palliative. A tale fine, si prevede, da un lato, una revisione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, pubblicato nel
 

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supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 33 dell'8 febbraio 2002, di definizione dei livelli essenziali di assistenza e, dall'altro lato, l'adozione a livello regionale di uno specifico programma pluriennale sulle cure palliative, da realizzare con la cooperazione sia delle organizzazioni private senza scopo di lucro attive sul territorio che degli enti locali territorialmente competenti. L'obiettivo è quello di promuovere la costituzione a livello regionale di vere e proprie reti per le cure palliative, strutturate in diversi livelli di cura, affinché sia comunque privilegiata l'assistenza domiciliare al malato e alla sua famiglia attraverso équipe multidisciplinari e, solo quando questa non risulti possibile, il paziente sia orientato al ricovero in appositi luoghi di cura (gli hospice), a bassa tecnologia, ma ad altissimo livello di prestazioni assistenziali.
      L'articolo 5 intende promuovere una revisione della normativa sul consumo delle sostanze psicotrope per favorire l'accesso agli oppiacei e alle altre sostanze utilizzate nelle cure palliative; nello specifico, si prevede che l'accesso ai farmaci previsti dall'allegato III-bis annesso al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, di regola impiegati nella terapia del dolore, avvenga utilizzando l'ordinario ricettario del Servizio sanitario nazionale, anziché il modello della ricetta a doppio ricalco previsto dalla normativa vigente.
      Al comma 2 del medesimo articolo 5, inoltre, si provvede a inserire due sostanze cannabinoidi nella sezione B della tabella II allegata - e parte integrante - al citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, la quale contiene, fra l'altro, i medicinali a base di sostanze di impiego terapeutico per le quali sono stati accertati concreti pericoli di induzione di dipendenza fisica o psichica di intensità e gravità minori di quelli prodotti da medicinali a base di oppiacei.
      L'articolo 6 affronta il problema della formazione e dell'aggiornamento del personale medico e sanitario sul tema della terapia del dolore severo promuovendo, da un lato, il conseguimento nel settore di una quota dei crediti del programma di educazione continua in medicina da parte del personale medico e sanitario impegnato nell'assistenza ai malati terminali, e dall'altro lato, riconoscendo alle regioni la possibilità di attivare specifiche scuole di formazione professionale per la preparazione del personale da destinare alla realizzazione del programma regionale di cure palliative.
      L'articolo 7 è incentrato sulla realizzazione di campagne istituzionali di comunicazione destinate a informare i cittadini sulle modalità e sui criteri di accesso ai programmi di cure palliative, nonché sull'importanza di un corretto utilizzo dei farmaci impiegati nella terapia del dolore.
      L'articolo 8 detta disposizioni in ordine alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'attuazione del provvedimento, stimati in complessivi 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
      Nell'auspicare che la presente proposta di legge - in quanto finalizzata a riconoscere il diritto dei malati, soprattutto se inguaribili, al trattamento del dolore attraverso la realizzazione di programmi integrati di cure palliative - possa incontrare ampio e trasversale consenso tra le forze politiche rappresentate nell'Assemblea della Camera dei deputati, se ne sollecita una tempestiva calendarizzazione nel programma dei lavori della competente Commissione parlamentare.
 

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